CATANIA – “Le carenze del sistema siciliano di igiene ambientale obbliga i Comuni a esborsi gravosi e obbliga i cittadini a sborsare tariffe Tari tra le più care in Italia. Il prezzo più alto, comunque, lo pagano lavoratrici e lavoratori, soprattutto in fatto di sicurezza che è messa a rischio dalle dinamiche di un settore fondato ormai sugli appalti al massimo ribasso”. Lo hanno dichiarato il commissario della UilT Sicilia, Katia di Cristina, e il segretario generale della UilT Catania-Siracusa-Ragusa-Gela, Salvo Bonaventura, oggi nel capoluogo etneo per l’Attivo regionale di comparto dell’organizzazione di categoria. Alla riunione hanno partecipato il Responsabile nazionale UilT di Dipartimento, Fabio Gigli, e il presidente del Fondo FASDA, Paolo Modi, che s’è soffermato su risposte e opportunità dell’assistenza sanitaria integrativa. Ancora a proposito di igiene ambientale, per Katia di Cristina e Salvo Bonaventura “è sempre più urgente garantire un servizio efficiente e meno gravoso per i siciliani, ma questo non è garantito né dal piano presentato dal precedente Governo regionale né tantomeno dall’inerzia che caratterizza questa fase”. “È necessario sfruttare le opportunità offerte dal Pnrr – hanno aggiunto – ma anche evitare che i finanziamenti previsti dal Fondo europeo di Sviluppo regionale possano diventare paradossalmente un boomerang diventando debito per l’ente. Così sarà, se non si dovesse riuscire a progettare un sistema capace di evitare gli attuali costi di smaltimento e trasporto dei rifiuti che vengono conferiti all’estero, come avviene soprattutto per le province di Catania e Messina, o in discariche che saranno sature al massimo entro 3 anni”. La UilT ribadisce la disponibilità a dialogare con le istituzioni “per far crescere la differenziata e, quindi, attenuare il peso insopportabile della Tari mentre invitiamo la Regione a usare finalmente le risorse, già previste, per realizzare gli impianti che ottimizzeranno l’autosufficienza territoriale esaltando l’economia circolare”. “A questo proposito – conclude l’organizzazione di categoria – chiediamo una semplificazione burocratica, per impedire che siano vanificati impegno e sforzi delle comunità più virtuose. Oggi, infatti, si verifica che la bolletta Tari sia insostenibile persino in Comuni dalle percentuali elevate di differenziata con il rischio di scoraggiare buone pratiche e senso civico delle persone”.