CATANIA – La serata del primo Settembre 2024 alla Villa Bellini della Città di Catania, ha avuto luogo un evento straordinario e di grande spessore. Stiamo riferendoci alla serata Musica e Parole, connubio fra la musica jazz di Dino Rubino e Piero Delle Monache e “ Il concetto d’ Amore “ di Umberto Galimberti.
La prima parte della serata caratterizzata dal un alto momento musicale, ha fatto da introduzione e ha preparato gli animi all’ incontro con una figura di grande cultura del nostro panorama nazionale: il Professore Umberto Galimberti.
Partendo dalla parola “ Amore”, il Professore ci ha condotto lungo un viaggio storico-filosofico e letterario che ha le sue origini nella letteratura greca.
Innanzitutto, ci spiega che quando si parla di Amore, inevitabilmente si arriva all’ associazione Amore-Ragione-Follia. Quest’ultima abita nel bambino, che attraverso il suo stato di innocenza e non corruzione, vive attraverso l’ immaginazione e la fantasia che sono considerata molto vicine alla follia, intesa come qualcosa di diverso e opposto alla Ragione.
Ma la verità dove sta? La verità sta nell’ oscillazione fra Ragione e Follia, nasce dall’ equilibrio fra le due dimensioni.
Tuttavia, la Ragione è utile in quanto ordina e regola, ma non è vera, perché non è istinto e sentimento. In funzione di ciò, Dionisio, dio della Follia, diceva che nessun uomo si può allontanare dalla Follia, in quanto ogni uomo è dotato di una parte recondita di “ Follia”, che molto spesso non riconosce a causa della presenza dominante della Ragione. In tal caso, non c’è equilibrio fra Ragione e Sentimento.
Anche i sogni sono “ Follia”, così come ci insegna Salvador Dalì. Certamente lo sono, perché all’ interno della dimensione onirica, hanno luogo tante strane esperienze che nella normalità non avvengono.Ci vediamo mentre voliamo o vediamo oggetti strani. I sogni sono il teatro della follia e noi siamo gli spettatori. La mattina recuperiamo la coscienza e la Ragione.
Sempre all’ interno del percorso della letteratura greca, il Professore ci spiega che , l’ uomo è inconsapevole del fatto che, i doni più grandi ci arrivano dalla Follia, perché la Follia alloggia negli dèi, quindi parliamo di doni divini, di doni superiori che si elevano al di là dell’ Essere comune, fino ad arrivare ad una dimensione di sensibilità profonda che non tutti riesco ad avere.
Stiamo parlando del dono dell’ Arte. Gli artisti creano con entusiasmo perché sono ispirati dal dio che abita in loro. Dunque, se il dio è Follia, l’ opera d’arte è il prodotto della follia.
Da quì, arriviamo a Platone, che ci dice che la Follia più eccelsa è la Follia d’ Amore e dal momento che l’ Io rappresenta la Ragione Umana, per amare bisogna uscire dalla condizione dell’ Io. A tal proposito, il Professore cita Socrate il quale dichiarò che fù una donna ad avergli insegnato l’ Amore. Perché ? Perché la donna è dotata di intelligenza sentimentale, emotiva.
Lei è sensibile e intuitiva più dell’ uomo, che per sua natura è dotato per la maggior parte di un’ intelligenza tecnico-scientifica, ma per comprendere la sensibilità della donna, dovrebbe fare emergere, a volte, una porzione della sua parte femminile. L’equilibrio fra le due parti sarebbe più facile da raggiungere e il completamento sarebbe compiuto.
Socrate dice che, la funzione dell’ Amore è quella di stare fra la parte razionale e quella della Follia, resa possibile dall’altra metà che l’ ha individuata, cioè l’amante, l’ altra metà di cui non se ne può fare a meno quando si ama. Ecco perché l’ identità dell’ uomo è dualità : “ Il due viene prima dell’ uno”. Per cui, l’ uomo da solo non sa stare, infatti Platone ci dice che Amore è mancanza, Desiderio è mancanza, infatti molto spesso diciamo “ Mi manchi” alla persona che amiamo.
Alla fine della “letio ” il pubblico ha vissuto un’ esperienza musicale straordinaria e un arricchimento culturale di grande spessore, un grande momento di Filosofia intesa, come dice Socrate, come “Amore per il Sapere”.
E’ stato come assistere ad una bellissima lezione di filosofia all’Università all’ aperto, circondata dagli alberi, dall’ atmosfera serale, dove le stelle dall’ alto, facevano luce.
E’ stato un grande momento di riflessione, lettura e comprensione di alcuni meccanismi della mente e del cuore umano, che potrebbero migliorarsi se solo l’ Essere Umano si decidesse di potenziare di più l’ intelligenza emotiva, al di là di quella artificiale.
Grazie Professore