PALERMO – “Per fortuna varcate le mura di Palazzo dei Normanni, qualcuno a Roma ha compreso il gioco sporco che stanno facendo Micciché e la maggioranza di Musumeci pur di non mollare i vitalizi. La Sicilia ancora una volta purtroppo per via di una classe politica aggrappata ai privilegi si distingue in modo negativo. Peraltro la Commissione istituita da Micciché che avrebbe dovuto valutare il metodo di taglio dei vitalizi è infarcita di conflitti di interesse dato che è composta da deputati che dovrebbero tagliare proprio il loro di vitalizio”. A dichiararlo sono le deputate regionali del Movimento 5 Stelle all’Ars Angela Foti e Jose Marano a proposito del rinvio dell’ordine del giorno della seduta di Sala d’Ercole in cui si sarebbe dovuto discutere del taglio dei vitalizi dei deputati regionali. “Sono mesi che proviamo a far rinsavire questa commissione – spiegano ancora Foti e Marano – ma per fortuna è c’è stato un intervento romano a far cambiare idea al Micciché e alla maggioranza dell’Ars. Tra l’altro il lavoro presentato da quella commissione è assolutamente difforme da quanto stabilito dalla norma nazionale, dalle intese Stato Regione e dalla Conferenza dei presidenti dei Consigli Regionali”. “Siamo stanchi – dicono ancora Foti e Marano – di assistere alle pagliacciate di deputati regionali siciliani che davanti alle telecamere o con la fiaccola in mano gridano allo scandalo, ma che nella commissione di merito non hanno presentato neppure un emendamento per modificare o limitare lo scempio dei partiti di cui si fa parte”. “La notizia di questo intervento da parte dello Stato – sottolineano ancora Foti e Marano – in parte ci rasserena, ma ovviamente non basta. Sarà infatti nostra cura far pervenire al ministro competente una nota in cui esporremo nel dettaglio tutte le distorsioni che rendono questo taglio dei vitalizi una vera e propria presa in giro della norma nazionale e del popolo siciliano, costretto ad assistere all’ennesimo teatrino di una casta che non vuole abbandonare assurdi privilegi” – concludono le deputate.